BIM – Building Information Modeling
BIM (acronimo di Building Information Modeling) è una rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di un edificio o di un impianto.
Una risorsa BIM è in grado di registrare tutte le informazioni raccolte fin dalla fase di progettazione dell’opera, favorendo la collaborazione e il coordinamento di tutte le figure e le discipline coinvolte.
Diversamente da quanto spesso si pensa, una risorsa BIM non è però utile soltanto in fase di costruzione di un’opera o di un manufatto. I suoi vantaggi si estendono all’intero ciclo di vita dell’asset, semplificando i processi di Operations & Maintenance. Le informazioni contenute all’interno del gemello digitale (il Digital Twin, in inglese) costituiscono infatti una base dati utile per tutti coloro che prendono parte alla gestione e al mantenimento dell’oggetto, sia esso un edificio, un’infrastruttura oppure un macchinario industriale.
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Contenuto dell'articolo
Cos’è il BIM?
Il Building Information Modeling o semplicemente BIM (in italiano Modellizzazione delle informazioni di costruzione) permette di raccogliere, combinare e collegare digitalmente tutti i dati e le informazioni raccolte fin dalla fase di pianificazione di un’opera.
La ricostruzione digitale di queste informazioni si traduce in un modello geometrico tridimensionale, tanto preciso che in inglese prende il nome di Digital Twin, Gemello Digitale.
Il BIM non è però una semplice rappresentazione grafica di un edificio o di un manufatto, ma un vero e proprio modello informativo dinamico e multidisciplinare, in grado di raccogliere in un’unica risorsa tutte le informazioni e le conoscenze derivanti dal lavoro delle diverse figure che partecipano, nelle varie fasi, all’intero ciclo di vita dell’edificio o dell’impianto.
È proprio la “i” di Building Information Modeling a fare la differenza tra il BIM e altre tecnologie di disegno geometrico basate su CAD. Un modello BIM è infatti un insieme di oggetti parametrici intelligenti, in grado di raccogliere e tenere insieme le informazioni che provengono da attori diversi e che, una volta inserite all’interno del modello, sono in grado di simularne il funzionamento.
Le informazioni più comunemente raccolte in un modello BIM riguardano:
- localizzazione geografica degli oggetti
- dati geometrici e volumetrici degli ambienti e degli oggetti
- proprietà dei materiali
- proprietà dei componenti
- proprietà e relazioni tra sistemi
- fasi di realizzazione
- disegni tecnici
- documentazione
A cosa serve il BIM?
I progetti edilizi sono composti spesso da dozzine o addirittura centinaia di documenti separati, proveniente da fonti diverse e spesso incoerenti tra loro. Il BIM serve appunto a gestire queste informazioni facilitandone l’accesso.
Grazie alla sua adozione, ciascuna delle figure coinvolte nelle fasi di progettazione, costruzione, gestione e manutenzione del costruito, è in grado di scambiare le proprie conoscenze e informazioni all’interno di un unico ambiente comune.
Grazie all’adozione di formati aperti (OpenBIM) le informazioni che convergono all’interno del modello digitale possono provenire da sistemi diversi come per esempio un CMMS o un altro software di asset management.
Questo approccio collaborativo del BIM, consente di superare i silos e mettere in comune le conoscenze e i dati delle risorse censite, ottenendo enormi vantaggi in termini di controllo e gestione dei processi di:
- Pianificazione
- Progettazione
- Costruzione
- Gestione Operativa
- Ricapitalizzazione
- Smantellamento
Definizione di BIM
Ad oggi non esiste ancora (purtroppo) una definizione standard di Building Information Modeling (BIM). A livello europeo si sta lavorando ad una norma comune per giungere ad una standardizzazione dei vocaboli e delle definizioni. La più comune definisce il BIM come “shared digital representation of a built object (including buildings, bridges, roads, process plants, etc) to facilitate design, construction and operation processes to form a reliable basis for decisions.”
Un’altra definizione interessante proviene invece dagli Stati Uniti e descrive il BIM come la tecnologia che consente il trasferimento continuo e senza interruzioni di informazioni e conoscenze riguardo ad un edificio, un impianto o un altro manufatto, integrando dati strutturati, semi-strutturati e non strutturati per creare una rappresentazione digitale di un asset durante il suo intero ciclo di vita.
A che punto siamo con il BIM in Italia?
Sebbene se ne parli da anni, l’adozione del BIM in Italia è proceduta ad un ritmo abbastanza lento se confrontato con quello di altri paesi, come per esempio l’Inghilterra, dove – complice anche una spinta legislativa partita con un po’ di anticipo rispetto a noi – il ritmo è stato più incalzante.
Tuttavia, i recenti sviluppi normativi stanno riportando alta l’attenzione sul Building Information Modeling anche in Italia.
Quando sarà obbligatorio il BIM in Italia?
Il decreto del 2 agosto 2021 va a modificare il precedente decreto del MIT del 1º dicembre 2017, introducendo una diversa tempistica di introduzione del BIM.
Il nuovo decreto del MIMS si compone di due articoli:
- Art. 1: Modifiche al decreto del MIT del 1º dicembre 2017
- Art. 2: Entrata in vigore e disposizioni transitorie
Con il nuovo decreto l’obbligatorietà del BIM viene imposta soltanto per le opere al di sopra della soglia di 1 milione di euro, rispettando il seguente calendario:
- Per le opere di nuova costruzione ed interventi su costruzioni esistenti di importo a base di gara uguale o superiore a 15 milioni di euro a decorrere dal 1º gennaio 2022.
- Per le opere di nuova costruzione ed interventi su costruzioni esistenti di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di 5.350.000 euro a decorrere dal 1º gennaio 2023.
- Per le opere di nuova costruzione ed interventi su costruzioni esistenti di importo a base di gara pari o superiore ad1 milione di euro, a decorrere dal 1º gennaio 2025.
Per quanto riguarda le opere del PNRR, le offerte che prevedono l’uso del BIM potranno beneficiare di premialità.
Adozione e livelli di maturità del BIM
Cosa sono i livelli di BIM?
I livelli del BIM corrispondono al grado di maturità nell’adozione del BIM da parte dei diversi paesi.
Sono stati individuati quattro diversi livelli (da 0 a 3) in cui si passa da una totale assenza di collaborazione (livello 0) ad una piena collaborazione di tutte le figure coinvolte all’interno di un unico modello di progetto condiviso.
I livelli di maturità del BIM:
- Livello 0 (CAD standardizzato) Si riferisce ad una situazione in cui non si ha alcuna collaborazione diretta tra le varie figure coinvolte che operano in modo tradizionale all’interno di un sistema di standard condiviso.
- Livello 1 (BIM non collaborativo – Lonely BIM) Il primo livello prevede l’utilizzo di un ambiente BIM di progettazione parametrica e di gestione dei dati, ma non si ha una vera e propria collaborazione tra le parti coinvolte. Di solito il progetto consiste nell’utilizzo di un CAD 3D per l’ideazione, del 2D per la stesura della documentazione di omologazione e nella condivisione dei dati in ambiente CE (Common Data Environment) gestito dall’appaltatore.
- Livello 2 (BIM collaborativo) Il secondo livello prevede una collaborazione effettiva tra i soggetti coinvolti, i quali lavorano separatamente su un proprio modello per poi riunirli tutti quanti in un unico modello federato.
- Livello 3 (BIM condiviso) Il terzo ed ultimo livello rappresenta lo stato più avanzato di adozione del BIM. Tutti i professionisti che prendono parte alla progettazione e costruzione dell’opera lavorano allo stesso modello contemporaneamente, riducendo il rischio di informazioni incoerenti tra loro.
Differenza tra CAD e BIM
Sia il CAD (Computer Aided Design) che il BIM (Building Information Modeling) forniscono espressioni geometriche del costruito.
Però, mentre la progettazione CAD elabora un progetto attraverso grafici 2D e 3D, la progettazione BIM si spinge ben oltre la sola rappresentazione geometrica di un asset o di un immobile, acquisendo dati, metadati e semplici informazioni che permettono di caratterizzare le prestazioni di ogni oggetto presente nel modello.
Le tecnologie 3D, 4D e BIM rappresentano pertanto tre soluzioni diverse:
Modelli 3D: offrono una rappresentazione geometrica dell’edificio e dei componenti che si trovano al suo interno. Generalmente, i modelli 3D sono utilizzati come supporto per la visualizzazione e il coordinamento delle varie figure coinvolte nel processo di progettazione e costruzione.
Modelli 4D: Questi modelli, più avanzati rispetto al 3D, includono informazioni sugli edifici che possono essere utilizzate durante le fasi di pianificazione e costruzione di un immobile.
Modelli BIM: i modelli BIM comprendono non solo i modelli geometrici 3D (sono in grado di generare direttamente disegni 2D e 3D), ma anche informazioni più specifiche su un’ampia gamma di elementi e sistemi edilizi che sono associati all’immobile, come tubature e sistemi di aerazione, centraline elettriche, informazioni geo-spaziali e zone di circolazione.
Differenze tra modelli 3D e BIM
I modelli 3D sviluppati con CAD sono modelli geometrici tridimensionali che contengono pochissime informazioni.
I modelli BIM, al contrario, sono organizzati come un prototipo digitale dell’edificio, al cui interno sono visualizzati spazi, pareti, pavimenti, porte e finestre, oltre ad un’ampia gamma di informazioni associate a ciascuno di questi elementi. Queste informazioni forniscono dati che possono essere utilizzati per esempio per una stima dei costi o una simulazione dei consumi energetici.
La differenza tra i vari modelli 3D, 4D e quelli BIM, è contenuta proprio nella “I” del BIM, che come sappiamo sta per Informazioni (Building Information Modeling).
Informazioni che, in uno scambio aperto con altre piattaforme, sono in grado di fornire una base affidabile per supportare il processo decisionale e assistere le attività di pianificazione, progettazione, costruzione, funzionamento e manutenzione di un immobile.
Come funziona il BIM
Oltre agli aspetti strutturali dell’edificio, come muri, soffitti, porte e finestre, BIM consente di ricreare anche tutti i componenti (in gergo BIM sono i Components) e cioè gli oggetti che si trovano all’interno di un edificio o di un asset: possono essere impianti complessi – come ascensori; sistemi HVAC o UTA (Unità di trattamento aria), oppure singoli oggetti come per esempio piante, scrivanie, estintori o fancoil.
Il BIM è quindi in grado di offrire un intero set di dati, documenti, conoscenze ed eventi operativi che non sarebbe possibile raccogliere altrimenti, utilizzando la sola rappresentazione statica dell’edificio.
Per comprendere il funzionamento del Building Information Modeling è necessario porre l’attenzione sui tre aspetti caratteristici dei modelli BIM:
- Informazioni
- Interoperabilità
- Rendering 3D
Nellfa figura sopra un esempio di modello BIM di un UTA (unità di trattamento aria) con le informazioni condivise con il software di Operations&Maintenance mainsim.
1. Informazioni
Le informazioni rappresentano il cuore di ogni progetto di modellazione in BIM. Gli oggetti censiti e rappresentati virtualmente all’interno del modello BIM sono oggetti intelligenti: le informazioni che contengono costituiscono il principale vantaggio rispetto ad altre soluzioni basate su CAD e utilizzate spesso per la gestione degli edifici.
2. Interoperabilità
Un altro fattore di differenziazione tra il BIM e altre soluzioni sviluppate in CAD è l’interoperabilità.
Il Building Information Modeling non deve essere inteso come una tecnologia a sé stante.
Quella che nel gergo BIM viene definita come interoperabilità, e cioè la capacità delle risorse BIM di interfacciarsi con altri sistemi di progettazione, costruzione e di gestione di un edificio o di un impianto è infatti una delle caratteristiche più importanti del Building Information Modeling.
L’interoperabilità consente quindi di esportare e trasferire le informazioni da una piattaforma di lavoro ad un’altra, tramite un linguaggio aperto (si parla, appunto, di Open BIM).
Autodesk, per esempio, che da solo detiene la più grande quota di mercato del BIM al mondo, ha sviluppato un formato di interoperabilità chiamato DWG, divenuto di fatto uno standard.
L’introduzione del formato IFC (Industry Foundation Classes) per la trasmissione dei modelli grafici è uno standard internazionale (UNI-EN ISO 16793:2016) che garantisce la lettura delle geometrie e degli attributi informativi degli oggetti.
Altri formati di interoperabilità sono per esempio il COBie, un formato con estensione .xml in Excel. Il formato COBie garantisce una facile esportazione/importazione dei dati BIM verso/da altre piattaforme.
Quest’ultima opzione, sebbene sia la più semplice, non garantisce però un flusso ininterrotto di informazioni, in quanto per esempio le modifiche apportate ad un oggetto, prima di essere visualizzate in BIM o su un’altra piattaforma, devono essere caricate su di essa.
3. Rendering 3D
Sicuramente la caratteristica più conosciuta del BIM. È la capacità di visualizzare le risorse all’interno di un modello digitale perfettamente aderente alla realtà, consentendo all’utente di navigare virtualmente all’interno della rappresentazione grafica dell’edificio.
Selezionando i vari oggetti che si trovano all’interno del gemello digitale di un immobile, come per esempio una parete o una finestra, il sistema restituisce informazioni come per esempio i dati volumetrici, i materiali con cui sono costruiti, la data di installazione, etc.
Un modello BIM non è però in grado di riprodurre soltanto le superfici strutturali di un immobile, ma anche gli altri oggetti che si trovano al suo interno.
Tra i principali asset solitamente inclusi in una rappresentazione BIM di un edificio rientrano:
- Soffitti, pavimentazione e pareti
- Sistemi di illuminazione e infissi
- Sistemi e apparecchiature di comunicazione
- Sistemi di irrigazione
- Impianti e apparecchiature elettriche
- Impianti e apparecchiature meccaniche
- Impianti e apparecchiature idrauliche
- Mezzi di trasporto verticali e orizzontali
- Mobili e capitolati
- Sistemi e dispositivi antincendio
- Sistemi e apparecchiature speciali
I vantaggi del BIM
La procedura BIM consente un miglior utilizzo dei dati e uno scambio di informazioni più rapido durante tutte le fasi di progettazione e costruzione di un edificio.
I benefici del BIM non si esauriscono però nella fase di cantiere di un’opera. I suoi vantaggi si estendono anche alle fasi operative di gestione e di mantenimento dell’edificio, interfacciandosi con altri sistemi di Operations & Maintenance come per esempio un CMMS, velocizzando i processi di manutenzione e migliorando le nostre conoscenze degli asset.
Di seguito una lista dei principali vantaggi derivanti dall’utilizzo del Building Information Modeling individuati da una recente analisi condotta dall’Università di Stanford:
- Riduzione fino al 40% dei cambiamenti non preventivati
- Riduzione fino all’80% dei tempi richiesti per generare un preventivo di spesa
- Maggior precisione nella stima dei costi, riducendo il margine di errore al 3%
- Risparmio fino al 10% sui costi di progettazione attraverso l’eliminazione di divergenze e incoerenze tra i dati inseriti
- Riduzione media del 7% sui tempi per la stesura del progetto
- Modellazione in tempo reale delle modifiche apportate
- Cambiamento delle dinamiche di costruzione
- Input collaborativi online nella progettazione dell’edificio.
Le 7 dimensioni del BIM
Il Building Information Modeling può essere applicato con diversi livelli di maturità.
Ai fini della sola modellazione geometrica introdotta dai software BIM, è sufficiente la rappresentazione tridimensionale (3D) di un edificio. Questo significa che anche un semplice CAD rientra nel modello informativo.
Affinché siano invece correttamente rappresentate altre informazioni, come per esempio i costi o i tempi, avremo la necessità di altre dimensioni che siano in grado di contenere i dati che ci interessano.
Le dimensioni del BIM fanno riferimento ai diversi livelli di informazione che possiamo trovare in un modello BIM.
Riferendosi alla normativa italiana UNI 11337-6, vengono individuate 7 dimensioni del BIM:
1D: Concept Design
2D: Elaborati 2D come piante, prospetti e sezioni
3D: Modellazione tridimensionale del prodotto
4D: Analisi della durata o dei tempi (programmazione)
5D: Gestione economica (analisi dei costi, stime e valutazioni economiche)
6D: Fase di gestione dell’opera (uso, manutenzione e dismissione)
7D: Valutazione della sostenibilità (sociale, economica e ambientale)
Introduzione ai software di modellazione BIM
Il mercato dei software BIM è affollato di programmi per lo sviluppo di modelli digitali di impianti ed edifici.
Tra questi, il software BIM più conosciuto è senz’altro Autodesk Revit.
Perché Autodesk Revit è il software BIM più utilizzato?
Revit consente di gestire in modo efficiente la collaborazione progettuale multidisciplinare attraverso un semplice plugin che permette di importare ed esportare i dati in formato aperto IFC (ne parliamo tra poco), in particolare IFC4, uno dei formati più comuni di interoperabilità. La semplicità con cui possono essere condivisi i dati rende Revit uno dei sistemi più apprezzati.
Quali sono i migliori software di modellazione BIM?
Autodesk detiene oggi la più grande fetta di mercato dei software di modellazione BIM. Per cui c’è una buona probabilità che, se disponi di una risorsa BIM, tu abbia già familiarità con Autodesk Revit.
Ma quali sono i software di modellazione BIM più conosciuti? Eccone alcuni:
- Autodesk Revit
- Graphisoft ArchiCAD
- ACCA Edificius
- Autodesk Civil 3D
BIM per il Facility Management
L’utilizzo di modelli digitali sviluppati in logica BIM semplifica l’organizzazione e la gestione delle componenti strutturali, architettoniche e impiantistiche di un manufatto, velocizza le operazioni di routine come la ricerca di informazioni e la produzione di documenti, agevola le attività di conduzione e di manutenzione dell’immobile (O&M – Operations and Maintenance) e supporta i processi tipici del facility management.
L’approccio BIM consente al facility manager l’interpolazione dei dati tecnici con altre informazioni, come la destinazione d’uso dei locali, oltre all’analisi dei parametri economici quali per esempio le superfici da pulire, i volumi da climatizzare, gli spazi da illuminare o gli impianti da manutenere.
Questi elementi esprimono in sostanza il potenziale di BIM in termini di efficientamento di tutte le operazioni e gli aspetti legati alla gestione di un immobile, ponendo il Building Information Modeling come una delle tecnologie più funzionali in ambito facility.
Nella figura sopra un esempio di modello BIM di un edificio, integrato con il CMMS mainsim.
Obiettivi del BIM nel Facility management
L’utilizzo di modelli digitali sviluppati in logica BIM semplifica l’organizzazione e la gestione delle componenti strutturali, architettoniche e impiantistiche di un manufatto, velocizza le operazioni di routine come la ricerca di informazioni e la produzione di documenti, agevola le attività di conduzione e di manutenzione dell’immobile (O&M – Operations and Maintenance) e supporta i processi tipici del facility management.
L’approccio BIM consente al facility manager l’interpolazione dei dati tecnici con altre informazioni, come la destinazione d’uso dei locali, oltre all’analisi dei parametri economici quali per esempio le superfici da pulire, i volumi da climatizzare, gli spazi da illuminare o gli impianti da manutenere.
Questi elementi esprimono in sostanza il potenziale di BIM in termini di efficientamento di tutte le operazioni e gli aspetti legati alla gestione di un immobile, ponendo il Building Information Modeling come una delle tecnologie più funzionali in ambito facility.
BIM per gli impianti industriali
Quando si parla di Building Information Modeling di solito ci si riferisce alla creazione del modello BIM di un edificio. Non deve essere così per forza.
Modelli BIM di impianti industriali possono aiutare gli addetti alla manutenzione ad avere una conoscenza più approfondita di macchinari complessi, del loro storico e di tutti i componenti che ne fanno parte.
Anche in questo caso, una risorsa BIM collegata ad un sistema informativo di manutenzione può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dei processi manutentivi e di operations relativi all’impianto, contribuendo a comprimere i tempi di lavoro, ottimizzare i costi e migliorare la conoscenza dei propri asset.
Il processo del BIM
Se consideriamo le varie fasi di vita che attraversa un edificio, dalla pianificazione fino alla sua gestione operativa, nel corso degli anni i dati registrati all’interno del modello BIM saranno parecchi.
Un approccio olistico e collaborativo al BIM, permette di integrare in un unico modello digitale informazioni che possono essere utili in ciascuna fase del processo:
- Pianificazione: in questa fase i dati possono essere utilizzati per generare modelli reali dell’ambiente naturale in cui è inserito l’immobile e del manufatto esistente.
- Progettazione: I dati acquisiti da BIM possono essere utilizzati in fase di progettazione dell’immobile, aiutando a definire il progetto e la logistica.
- Costruzione: Durante la fase di costruzione le informazioni relative alla logistica vengono condivise con i professionisti e gli appaltatori coinvolti nel processo, per garantire una corretta sincronizzazione ed efficienza delle maestranze.
- Gestione operativa: i dati BIM vengono conservati e aggiornati durante l’intero ciclo di vita dell’immobile, tenendo conto di tutte le modifiche apportate al progetto originale. Questi dati possono essere utilizzati sia in fase di analisi che per rendere più snello ed efficiente il processo di manutenzione dell’edificio.
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Scopri i vantaggi dell’integrazione tra BIM e il software CMMS mainsim per il facility management
Interoperabilità tra BIM e altri sistemi: cos’è l’Open BIM?
Un progetto di modellazione in BIM coinvolge diverse figure, ognuna delle quali è preposta al contributo di una parte di quello che sarà il modello finale.
Questo processo collaborativo riporta a galla una delle criticità avute in precedenza anche con CAD: il problema della trasmissione e della corretta lettura dei dati.
Al fine di evitare rendite di posizione che ne avrebbero potenzialmente ostacolato il progresso (come avvenuto con il CAD, appunto) fin dalla sua fase embrionale si è pensato a come garantire l’integrità dei dati, la loro trasmissione e la corretta lettura, indipendentemente dal software o dal linguaggio utilizzato per la modellazione in BIM.
La soluzione è stata trovata nell’uso di un linguaggio aperto, IFC (Industry Foundation Classes) o di altri formati standard di interoperabilità, come il COBie.
Il formato IFC (Industry Foundation Classes)
Il formato IFC è uno standard internazionale (UNI-EN-ISO 16793:2016) che garantisce la lettura delle geometrie degli oggetti e degli attributi informativi associati.
Si tratta, dunque, di un formato aperto (non proprietario), quindi non controllato da un singolo operatore, nato per facilitare l’interoperabilità tra i vari soggetti coinvolti nello sviluppo del modello BIM.
Il formato COBie
Il formato di interoperabilità standard COBie, consente di ridurre la necessità di raccogliere e riformattare le informazioni per adattarle ad un formato diverso.
La possibilità di integrare dati che provengono da fonti diverse, scambiando informazioni tra BIM e software di Operations&Maintenance come i CMMS, è un’opportunità da non perdere per tutti i facility manager che dispongono di un BIM del proprio edificio.
Questo è il compito dello standard COBie.
Ma cos’è di preciso il formato COBie?
COBie è la sigla di Construction Operations Bulding Information Exchange.
In sostanza, si tratta di un foglio di calcolo in formato .xml aperto.
Il formato COBie consente di ordinare e condividere i dati relativi ad un immobile e alle attrezzature che si trovano al suo interno, garantendo che tutte le informazioni relative al manufatto e ai suoi componenti (proveniente da diverse fonti) siano rese compatibili ed utilizzabili da sistemi diversi.
Connettere la risorsa BIM con gli altri sistemi aziendali
Uno degli aspetti più interessanti per il Facility Manager è la possibilità di connettere le informazioni racchiuse in BIM con gli altri sistemi di gestione di una facility.
In altre parole, si tratta di integrazioni bidirezionali con software come CMMS (Computerized Maintenance Management System) o CAFM (Computer Aided Facility Management), oltre a sistemi BMS, SBS, EMS, etc.
Benefici dell’integrazione tra BIM e un asset management software
L’integrazione tra una risorsa BIM e un CMMS/CAFM/EAM o comunque un software per la gestione delle O&M (Operations and Maintenance) permette al facility manager e al reparto di manutenzione di avere rapidamente a disposizione informazioni che altrimenti sarebbero più difficili da reperire.
A partire quindi dalle attrezzature che trovano posto all’interno dell’edificio e che necessitano di essere gestite, fino allo storico e la cronologia degli interventi effettuati, l’integrazione tra CMMS e BIM rappresenta un elemento importante per rendere più efficienti le operazioni di manutenzione e di gestione di un edificio.
Grazie al formato di interoperabilità COBie, le informazioni e i dati contenuti all’interno di un modello BIM possono essere facilmente esportate in un excel e caricate all’interno di un sistema per la gestione delle operazioni di manutenzione.
Guarda il video per una ricognizione veloce sull’integrazione tra il Building Information Modeling e il CMMS mainsim. Oppure visita il nostro canale Youtube a questo link.
Quali sono i vantaggi di un’integrazione tra BIM e CMMS?
Un CMMS (Computerized Maintenance Management System) è un software per la gestione della manutenzione che viene molto spesso utilizzato in ambito Facility Management per gestire gli asset (strutture, impianti e componenti) e dei ticket di manutenzione.
Per la gestione dell’Operations&Maintenance (O&M) di un’azienda, l’integrazione tra i due sistemi fornisce una completa visualizzazione delle risorse codificate in BIM anche sul CMMS attraverso la condivisione delle stesse anagrafiche, l’accesso alla posizione precisa dei componenti, l’individuazione delle relazioni tra i diversi sistemi e impianti, oltre alla possibilità di visualizzare tutte le informazioni e la documentazione su un’unica piattaforma i cui dati sono sincronizzati con BIM.
In altre parole, un’integrazione tra BIM e CMMS assicura l’interoperabilità tra i due strumenti.
Grazie all’accesso a queste informazioni sulle proprie strutture, il facility manager può prendere decisioni operative informate e assicurare una corretta sincronizzazione tra i dati inseriti nel modello BIM e quelli ricavati da un CMMS.
Quella che segue, è una lista dei principali vantaggi derivanti da un’integrazione a due vie tra BIM e CMMS:
- Sincronizzazione dei dati sull’attrezzatura contenuta all’interno della facility (ID, marca, modello, seriale, informazioni di garanzia, istruzioni di manutenzione, piani di manutenzione, data di installazione, etc.
- Geometria As-Built accurata per le apparecchiature e le strutture
- L’individuazione di attrezzatura/impianti/sistemi non visibili o difficilmente raggiungibili
- Individuazione delle relazioni tra sistemi per i aiutare i manutentori
- Storico sempre aggiornato degli interventi di manutenzione effettuati
- Selezione di tutti gli oggetti in base al modello o alla posizione (per esempio tutte le finestre del terzo piano)
- Apertura di un ordine di lavoro sul CMMS via BIM
- Accesso alla documentazione di ogni asset
- Calcolo dei volumi e degli spazi per un’individuazione più accurata dei costi
- Pianificazione degli interventi di manutenzione
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FAQ – Frequently Asked Questions
Cos'è il BIM?
Il Building Information Modeling è la rappresentazione virtuale di un modello geommetrico tridimensionale di un manufatto. A differenza del CAD, gli oggetti rappresentati in BIM sono oggetti intelligenti e parametrici, che contengono al loro interno informazioni e dati.
Quanto costa un software BIM?
La maggior parte dei software BIM basano la loro offerta commerciale su un sistema di licenze. Le licenze hanno un costo che si aggira intorno ai 900 euro all’anno.
Qual è il miglior software BIM?
Autodesk detiene la più grande quota di mercato del Building Information Modeling. La soluzione più utilizzata è Autodesk Revit, il quale permette uno scambio aperto di informazioni tramite un semplice plugin.
In quali discipline si divide il Building Information Modeling?
Il Building Information MModeling riunisce in un unico modello digitale diverse discipline:
- Architettonico
- Strutture
- MEP (MMechanical, Eletrical, Plumbing)
- Infrastrutture
Chi utilizza il Building Information Modeling?
Le principali figure professionali che intervengono all’interno del modello digitale sono:
- Architetti
- Ingegneri
- Geometri
- Altri tecnici (geologi, periti, etc.)
- Facility manager
- Esperti e consulenti BIM
Qual è la differenza tra CAD e BIM?
Come il Building Information Modeling, anche il CAD fornisce espressioni geometriche del costruito in 2D e 3D. Qual’è allora la principale differenza tra queste due tecnologie? Le informazioni. Gli oggetti censiti nel modello digitale sono oggetti parametrici, al cui interno si trovano le informazioni e i dati dell’asset. Questa non è ovviamente l’unica differenza, ma è probabilmente la più importante.
Perché Autodesk Revit è il software BIM più utilizzato?
Revit, oltre ad essere sviluppato da Autodesk il cui nome è associato alla tecnologia CAD e BIM, consente di importare ed esportare i dati in formato IFC, un formato aperto che semplifica la collaborazione tra le varie figure coinvolte nell’utilizzo del Building Information Modeling.
Quali sono le figure coinvolte nel BIM?
Le figure chiave che prendono parte allo svilupo di un progetto di Building Information Modeling sono:
- CDE Manager
- BIM Manager
- BIM Coordinator
- BIM Manager
Il Building Information Modeling è solo per nuovi progetti?
Assolutamente no. Modelli digitali possono essere creati su strutture già esistenti: l’esempio di maggiore impatto è stato forse lo sviluppo del Digital Twin del Big Ben di Londra.
A chi posso rivolgermi per sviluppare un modello BIM in Italia?
Là fuori è pieno di partner pronti a darti una mano. In Italia ci sono per esempio NKE e Strategic BIM.
Quando sarà obbligatorio il BIM in Italia?
I recenti sviluppi in ambito normativo hanno modificato gli articoli stabiliti dai precedenti decreti. Questa la tabella di marcia:
- Obbligatorio per costruzioni il cui importo è superiore ai 15 milioni (da gennaio 2022)
- Obbligatorio per costruzioni il cui importo è superiore ai 5,35 milioni (da gennaio 2023)
- Obbligatorio per costruzioni il cui importo è superiore a 1 milione (da gennaio 2025)
Cos'è OpenBIM?
OpenBIM si riferisce all’utilizzo di un linguaggio aperto, come l’IFC, per garantire la collaborazione tra i diversi software BIM che possono essere utilizzati dalle varie figure coinvolte nello sviluppo di un modello digitale.
Cos'è il formato COBie?
Il COBie è un formato Excel aperto (l’estensione è .xml) il quale permette di estrapolare i dati da un modello digitale ed esportarli all’interno di un altro sistema, come un CMMS, per esempio. Purtroppo, trattandosi di una risorsa statica, i dati non vengono però aggiornati automaticamente, per cui ogni volta che apportiamo una mmodifica il file modificato deve essere nuovamente caricato.
Cos'è il formato IFC?
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