Ultimo aggiornamento: 16 ottobre 2025

Manutenzione Predittiva

La manutenzione predittiva rappresenta oggi una delle strategie di manutenzione più evolute nella gestione impianti e asset industriali. Basata sull’analisi continua dei dati e sull’uso di tecnologie avanzate come sensori IoT, intelligenza artificiale e machine learning, permette di anticipare i guasti prima che si verifichino. 

A differenza della manutenzione correttiva – che interviene solo dopo un guasto – e della manutenzione programmata, basata su scadenze fisse e pianificate, la manutenzione predittiva sfrutta la tecnologia per prevedere con precisione quando e dove intervenire, consentendo ai team di manutenzione di anticipare i guasti e ottimizzare tempi, risorse e costi.

In questa guida scopriremo cos’è la manutenzione predittiva, come funziona, quali tecnologie impiega e come implementarla efficacemente in azienda.

manutenzione predittiva

Cos’è la manutenzione predittiva

La manutenzione predittiva (Predictive Maintenance) è una metodologia che utilizza dati e analisi per prevedere quando un macchinario o un impianto potrebbe guastarsi. 

Si colloca sotto il cappello della manutenzione preventiva (o proattiva) ma si distingue da essa perché non si limita a pianificare interventi periodici: li ottimizza in funzione delle reali condizioni dell’impianto.

L’obiettivo è intervenire nel momento ottimale, utilizzando sensori, sistemi IoT e analisi dei dati basate su dati reali provenienti dai macchinari, evitando così fermi non pianificati e riducendo al minimo i costi di manutenzione.

Definizione di Manutenzione Predittiva

Per definizione, la manutenzione predittiva è una forma di manutenzione preventiva basata sullo stato effettivo delle apparecchiature. Analizza i dati provenienti da sensori e sistemi IoT (come temperatura o vibrazioni) per determinare il momento ottimale in cui intervenire.

Differenza tra manutenzione predittiva e preventiva

La manutenzione predittiva possiamo definirla una forma evoluta di manutenzione preventiva. Anche se entrambe mirano a evitare guasti prima che si verifichino, si differenziano per l’approccio con cui determinano quando intervenire.

La manutenzione preventiva tradizionale si divide principalmente in due categorie: la manutenzione programmata, basata su intervalli temporali o cicli di utilizzo stabiliti a priori (ad esempio ogni 500 ore di funzionamento o ogni tre mesi), e la manutenzione su condizione (condition based), che prevede interventi quando determinati parametri — come temperatura, pressione o vibrazioni — raggiungono soglie critiche definite in anticipo.

La manutenzione predittiva, invece, spinge questo concetto oltre: non si limita a reagire a una condizione, ma analizza in continuo i dati reali provenienti dagli asset per prevedere l’insorgere di un guasto. Grazie all’uso di sensori, sistemi IoT e algoritmi di Machine Learning, il sistema elabora trend e modelli di comportamento, individuando pattern anomali che anticipano un malfunzionamento.

In sintesi, la manutenzione preventiva stabilisce gli interventi in base al tempo o alle condizioni note, mentre la manutenzione predittiva li programma in base alla previsione del guasto.

Un esempio pratico: nel caso di un motore elettrico, la manutenzione preventiva può prevedere un controllo ogni tre mesi o quando la temperatura supera un certo limite. Con un approccio predittivo, invece, il sistema suggerirà l’intervento solo quando riconoscerà nei dati — come l’avvicinamento alla temperatura definita — un pattern che anticipa un’anomalia imminente.

Differenza tra manutenzione predittiva su condizione e manutenzione preventiva predittiva

Sebbene spesso vengano confuse, la manutenzione su condizione e la predittiva si basano su logiche differenti. Per capire meglio queste differenze e il valore della manutenzione predittiva, vale la pena confrontarla con gli altri approcci:

Tipo di manutenzioneCriterio principaleVantaggio chiaveLimite tipico
Preventiva (o programmata)Interventi calendarizzati e/o a intervalli fissiFacilità di pianificazioneSi rischia over-maintenance o under-maintenance 
Su condizioneMonitoraggio di parametri chiave (vibrazioni, temperatura, olio…)Intervento solo quando il parametro supera soglieNon sempre è predittiva, manca la componente prognostica
PredittivaAnalisi continua tramite modelli predittivi basati su IoT e Machine LearningIntervento “just in time”, riduzione dei fermi macchinaRichiede tecnologie, dati, competenze analitiche

Nella pratica, la manutenzione predittiva può essere considerata una sottocategoria evoluta della manutenzione su condizione, arricchita da componenti predittive e algoritmi.

differenza manutenzione predittiva e preventiva

L’importanza della manutenzione predittiva

Adottare una strategia di manutenzione predittiva consente di migliorare l’affidabilità e la disponibilità degli impianti, riducendo guasti imprevisti e tempi di fermo non necessari.

È una strategia chiave per aumentare l’OEE (Overall Equipment Effectiveness), migliorare il MTBF (Mean Time Between Failures) e ridurre il MTTF (Mean Time To Failure), tre indicatori fondamentali per valutare l’efficienza di un reparto di produzione.

Oltre al vantaggio economico, la predittiva permette di aumentare la sicurezza, la qualità del servizio e la sostenibilità operativa, evitando sprechi di energia e materiali.

Tipi e tecniche di manutenzione predittiva

Quando si parla di tipi di manutenzione predittiva, non ci si riferisce a una singola tecnologia, ma a un insieme di metodologie che permettono di individuare in anticipo i segni di usura o malfunzionamento degli impianti. Ogni tecnica risponde a esigenze differenti, a seconda della natura del componente da monitorare e del tipo di segnale da analizzare.

Alla base di tutte le strategie predittive c’è la raccolta e l’elaborazione di dati provenienti da sensori, sistemi IoT e piattaforme software manutenzione preventiva, che consentono di identificare variazioni anomale nei parametri operativi di macchinari e impianti come ad esempio:

  • Analisi delle vibrazioni: tra le tecniche più diffuse è utilizzata soprattutto sui macchinari rotanti, come motori, pompe o compressori. Ogni componente, infatti, genera una “firma vibrazionale” specifica: quando un cuscinetto si usura o un albero si disallinea, la frequenza delle vibrazioni cambia. Rilevando e analizzando questi segnali nel tempo, è possibile anticipare il guasto e pianificare un intervento mirato prima che si verifichi un fermo impianto.
  • Termografia a infrarossi: consente di misurare la distribuzione delle temperature su superfici elettriche e meccaniche. Le zone che presentano un eccessivo surriscaldamento vengono immediatamente individuate, permettendo di intervenire su connessioni difettose, attriti anomali o sovraccarichi elettrici. Il vantaggio principale di questa tecnica è che non richiede contatto diretto con l’impianto, risultando quindi ideale per analisi rapide e non invasive.
  • Analisi dei fluidi e dell’olio: utilizzata per controllare lo stato di lubrificanti e circuiti idraulici esamina parametri come viscosità, presenza di contaminanti o residui metallici, così da individuare fenomeni di usura interna o deterioramento. I dati ottenuti servono come base di riferimento per monitorare nel tempo l’evoluzione delle condizioni di un componente.
  • Monitoraggio elettrico e parametri operativi: analizza tensione, corrente e potenza assorbita dai macchinari. Anche piccole deviazioni dai valori nominali possono indicare un’anomalia, come una fase sbilanciata o un sovraccarico.
  • Modellazione predittiva basata su Machine Learning: combina i dati storici con quelli in tempo reale per stimare la probabilità di guasto di ciascun asset. In questo modo, l’intervento manutentivo diventa sempre più preciso, mirato e basato sull’evidenza.

Altri tipi di manutenzione industriale

Nel panorama della manutenzione industriale, la manutenzione predittiva rappresenta solo una delle strategie possibili. Esistono infatti diverse metodologie, ciascuna con finalità e livelli di complessità differenti, che possono coesistere all’interno di un unico piano manutentivo.

  • Manutenzione correttiva è quella più immediata e reattiva: si interviene solo dopo che un guasto si è già verificato. È una soluzione inevitabile in caso di eventi imprevisti, ma comporta tempi di fermo e costi elevati, poiché non consente di pianificare le risorse con anticipo.
  • Manutenzione programmata: un approccio diverso, che prevede interventi pianificati a intervalli regolari, stabiliti in base al tempo o ai cicli di utilizzo delle macchine. Sebbene garantisca maggiore controllo, rischia di generare interventi non necessari se i componenti non presentano ancora segni di deterioramento.
  • Manutenzione migliorativa: mira a incrementare le prestazioni e l’affidabilità degli impianti già esistenti, sostituendo parti obsolete o ottimizzando i processi operativi. È spesso abbinata a programmi di digitalizzazione o di miglioramento continuo.
  • Total Productive Maintenance (TPM): Un approccio più olistico che coinvolge direttamente anche il personale operativo nella cura e nel monitoraggio degli asset. L’obiettivo è massimizzare la produttività riducendo al minimo le perdite, in un’ottica di collaborazione tra reparti produttivi e tecnici di manutenzione.
  • Reliability Centered Maintenance (RCM): si basa sull’analisi della criticità e della sicurezza dei componenti. Ogni asset viene valutato in termini di importanza per il processo produttivo e di impatto potenziale in caso di guasto, così da assegnare le priorità di manutenzione in modo strategico.

Combinare questi diversi approcci — correttivo, programmato, migliorativo, TPM e RCM — consente alle aziende di costruire un modello di manutenzione integrato, in cui la manutenzione predittiva rappresenta l’elemento più evoluto e orientato all’efficienza operativa.

Vantaggi principali della manutenzione predittiva

Le aziende che adottano la manutenzione predittiva ottengono risultati concreti sia sul piano tecnico che economico:

  • Riduzione dei fermi macchina non pianificati
  • Diminuzione dei costi di manutenzione rispetto a quella preventiva o correttiva
  • Miglioramento dei KPI come MTBF e MTTF
  • Incremento dell’efficienza complessiva degli impianti (OEE)
  • Maggiore sicurezza e affidabilità operativa
  • Estensione del ciclo di vita degli asset

Un’efficace strategia predittiva consente di raggiungere anche una manutenzione migliorativa, in cui i dati raccolti vengono utilizzati per ottimizzare la progettazione e il funzionamento delle macchine nel lungo periodo.

Oltre ai benefici operativi, la manutenzione predittiva risponde anche a esigenze di conformità normativa e sicurezza.

Gli standard internazionali come ISO 55000, ISO 14224 e ISO 17359 richiedono una gestione strutturata dei dati di manutenzione e l’evidenza dei processi decisionali.

Grazie alla digitalizzazione e alla raccolta automatica delle informazioni sugli asset, le organizzazioni possono dimostrare la tracciabilità degli interventi, migliorare la sicurezza operativa e semplificare gli audit di qualità.

Come funziona la manutenzione predittiva: il ruolo dell’IoT

Al centro di ogni strategia predittiva c’è la raccolta e analisi dei dati provenienti dai sensori IoT (Internet of Things) installati sugli impianti e dai sistemi di monitoraggio.

Questi dati – come vibrazioni, temperatura, consumo energetico o livelli di pressione – vengono elaborati da algoritmi di machine learning e modelli statistici capaci di individuare pattern anomali e segnali che anticipano un guasto imminente.

Quando l’andamento di un parametro si discosta dal comportamento normale, il sistema segnala che una anomalia potenziale è in corso: un cuscinetto che vibra più del solito, una pompa che consuma più energia, o un motore che si surriscalda.

Nel contesto industriale, l’IoT consente una perfetta integrazione tra manutenzione e produzione: attraverso un software CMMS o un EAM, i dati raccolti vengono trasformati in azioni manutentive programmate, che generano a loro volta un ordine di lavoro , collegati automaticamente agli asset e alle attività di manutenzione su condizione.

Il risultato è un flusso operativo continuo di dati trasforma la manutenzione in un processo data-driven completamente digitale, in cui ogni decisione si basa su informazioni oggettive e aggiornate in tempo reale dove ogni intervento è supportato da evidenze misurabili e non da supposizioni.

Manutenzione predittiva, manutenzione su condizione e ruolo del MES

Il MES (Manufacturing Execution System) gioca un ruolo importante nel collegare produzione e manutenzione, ma non implica automaticamente una strategia predittiva. È piuttosto un ponte tra la manutenzione su condizione e quella predittiva.

Un MES, infatti, raccoglie e gestisce dati operativi di produzione — come cicli macchina, tempi di fermo, consumi o performance — fornendo informazioni preziose per la manutenzione su condizione, poiché consente di leggere lo stato reale dell’impianto in modo continuo e sincronizzato con le operazioni produttive.

La manutenzione predittiva, invece, richiede un passo ulteriore: l’elaborazione dei dati tramite modelli matematici e algoritmi di machine learning capaci di anticipare un guasto prima che avvenga.

Per molte aziende, quindi, l’integrazione con il MES rappresenta un compromesso strategico consentendo di ottenere una manutenzione intelligente e più efficiente rispetto a quella solo programmata, contenendo i costi legati allo sviluppo e all’addestramento di modelli predittivi complessi. Quando poi il MES viene collegato tramite l’integrazione CMMS, la sinergia tra produzione e manutenzione diventa pienamente operativa, e il passaggio verso la manutenzione predittiva completa è più naturale e sostenibile.

Tecnologie e strumenti per la manutenzione predittiva

Alla base di ogni programma di manutenzione predittiva c’è un’infrastruttura tecnologica in grado di raccogliere, analizzare e interpretare dati in tempo reale. L’obiettivo è trasformare le informazioni provenienti dagli asset in insight operativi, così da intervenire prima che si verifichi un guasto.

Le tecnologie che rendono possibile tutto questo sono molteplici, e lavorano in sinergia: sensori, sistemi IoT, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Cloud e Digital Twin. Vediamole nel dettaglio.

Sensori

I sensori rappresentano il punto di partenza della manutenzione predittiva. Sono i “nervi” del sistema, distribuiti sugli asset critici per misurare parametri come vibrazioni, temperatura, pressione o consumo energetico.

Rilevando costantemente questi valori, i sensori permettono di individuare variazioni anche minime rispetto al comportamento normale della macchina, anticipando così l’insorgere di un’anomalia.

Ad esempio, un leggero aumento delle vibrazioni in un motore può segnalare l’usura di un cuscinetto molto prima che si trasformi in un fermo impianto.

Sistemi IoT

I sistemi IoT (Internet of Things) collegano i sensori a una rete più ampia, consentendo la trasmissione e la centralizzazione dei dati.

In pratica, ogni asset diventa un “oggetto connesso” che comunica con il sistema di gestione, inviando in tempo reale i dati raccolti.

Questo flusso continuo di informazioni permette di monitorare gli impianti anche a distanza, abilitando la manutenzione predittiva su più siti produttivi e migliorando la collaborazione tra reparti tecnici e direzione.

Intelligenza Artificiale (AI)

L’Intelligenza Artificiale è uno strumento che sta guadagnando sempre più importanza nella manutenzione predittiva, ma non è ancora uno standard universale: richiede infrastrutture dati solide, competenze specialistiche e processi ben definiti. Nei CMMS più evoluti, l’AI viene oggi usata per generare suggerimenti predittivi, formulare proposte di pianificazione manutentiva, assegnare priorità agli ordini di lavoro basandosi su anomalie emergenti e riconoscere trend anomali attraverso dashboard di monitoraggio.

Machine Learning

Il Machine Learning è una branca dell’AI che permette al sistema di “imparare” dai dati storici.

Attraverso l’analisi dei comportamenti passati delle macchine, gli algoritmi migliorano continuamente la loro capacità di previsione.

Con il tempo, il modello diventa più preciso nel stimare la probabilità di guasto o il tempo residuo di vita di un componente (RUL – Remaining Useful Life).

Questo rende la manutenzione predittiva sempre più affidabile, riducendo falsi allarmi e ottimizzando la pianificazione degli interventi.

Cloud

Il Cloud rappresenta l’infrastruttura che rende possibile la gestione scalabile dei dati.

Ospitando i sistemi di raccolta, analisi e reporting, consente di accedere alle informazioni da qualsiasi dispositivo e di condividere i risultati in tempo reale tra sedi e team diversi.

Inoltre, il Cloud supporta l’integrazione con piattaforme EAM (Enterprise Asset Management) e CMMS come mainsim, creando un ecosistema digitale unico che unisce manutenzione, produzione e operation.

Digital Twin

Il Digital Twin — o gemello digitale — è una replica virtuale di un asset fisico, gestito e monitorato tramite integrazione BIM.

Attraverso i dati raccolti dai sensori e analizzati, il modello digitale riproduce in tempo reale lo stato e il comportamento dell’impianto.

Questo consente di simulare scenari, prevedere l’impatto di determinate condizioni operative e pianificare interventi senza interrompere la produzione.

Il Digital Twin rappresenta uno degli strumenti più avanzati della manutenzione predittiva, perché permette di passare dal semplice monitoraggio alla vera ottimizzazione dei processi.

Indicatori di performance per monitorare la manutenzione predittiva

Per misurare l’efficacia di una strategia predittiva, è fondamentale monitorare gli indicatori chiave di affidabilità:

  • MTBF (Mean Time Between Failures): tempo medio tra due guasti.
  • MTTR (Mean Time To Repair): tempo medio di riparazione.
  • MTTF (Mean Time To Failure): tempo medio al primo guasto.

Questi KPI si integrano con analisi più complesse come la Root Cause Analysis, la FMEA, o la RAMS, strumenti che aiutano a individuare le cause alla base dei guasti e a migliorare i processi manutentivi in ottica di affidabilità e sicurezza.

In parallelo, approcci come il TPM (Total Productive Maintenance) e la RCM (Reliability Centered Maintenance) rappresentano l’evoluzione metodologica della manutenzione predittiva, orientando l’intera organizzazione verso la massima disponibilità produttiva.

Come passare dalla manutenzione programmata alla predittiva

Per comprendere la logica della manutenzione predittiva, è utile collocarla nel contesto dei tipi di manutenzione aziendale.

Nel processo di maturità manutentiva, le aziende passano progressivamente da un approccio reattivo a uno sempre più proattivo che può arrivare anche a comprendere una strategia di manutenzione predittiva:

  1. Manutenzione correttiva – si agisce dopo il guasto.
  2. Manutenzione programmata – gli interventi sono pianificati in base a cicli temporali o di utilizzo.
  3. Manutenzione su condizione – si interviene in base allo stato reale dell’impianto.
  4. Manutenzione predittiva – si anticipano i guasti con modelli di previsione basati su dati e sensori.

Il passaggio dalla manutenzione programmata alla predittiva richiede un cambiamento di approccio: da un modello basato su calendari e scadenze a uno guidato dai dati.

In questo percorso evolutivo, il supporto di strumenti digitali come un CMMS (Computerized Maintenance Management System) o un EAM (Enterprise Asset Management) è cruciale: permette di centralizzare dati, pianificare risorse e gestire ordini di lavoro in modo integrato con la produzione. Infine, collegare la manutenzione predittiva all’ERP consente di chiudere il cerchio tra analisi tecnica e gestione economica, sincronizzando ordini di lavoro, acquisti di ricambi, budget e costi.

In questo modo, le decisioni manutentive non restano confinate al reparto tecnico, ma diventano parte del controllo strategico aziendale, migliorando la pianificazione finanziaria e la visibilità sui costi lungo tutto il ciclo di vita degli asset.

Come implementare un programma di manutenzione predittiva

Per implementare un programma di manutenzione predittiva servono più elementi in sinergia.

Ecco le fasi principali:

  1. Scelta dei parametri chiave
    Individuare variabili da monitorare come vibrazioni, temperatura, corrente elettrica, pressione, livello olio, umidità, usura.
  2. Installazione di sensori intelligenti / dispositivi IoT
    Questi sensori raccolgono dati in tempo reale (o a intervalli stabiliti), trasmettendo verso piattaforme centrali o edge computing.
  3. Infrastruttura di connettività e acquisizione dati
    Reti IoT (wired / wireless), protocolli (MQTT, OPC UA, LoRaWAN…), gateway, edge computing.
  4. Elaborazione e analisi dati / algoritmi predittivi
    – Tecniche di machine learning / deep learning per individuare anomalie e pattern nascosti
    – Analisi delle serie temporali, tecniche di anomaly detection
    – Tecniche classiche (statistiche, modelli a soglia) integrate
  5. Predizione del tempo residuo e allarme
    Calcolo del Remaining Useful Life (RUL): quanto tempo ha ancora senso funzionale un componente prima che si guasti. 
  6. Azioni manutentive e pianificazione
    Generazione automatica di ordine di lavoro verso il sistema manutentivo, intervenendo solo dove serve
  7. Feedback e apprendimento continuo
    Confronto tra predizione e realtà, affinamento del modello, aggiornamento soglie e algoritmi
come implementare manutenzione preventiva

Come superare le sfide della manutenzione predittiva

Le principali sfide nell’impostare una strategia di manutenzione basata sulla manutenzione predittiva riguardano la qualità dei dati, l’interoperabilità dei sistemi e il costo iniziale delle tecnologie.

Anche la migliore strategia può fallire se non supportata da processi e competenze adeguate. Ecco ostacoli tipici e suggerimenti per superarle:

  • Disponibilità e qualità dei dati: errati, sparsi, non sincronizzati
  • Competenze analitiche: serve data engineering, data science, competenze IoT
  • Integrazione con sistemi legacy (CMMS / EAM / MES)
  • Costi iniziali elevati e ROI non immediato
  • Cambiamento culturale in azienda: dall’approccio reattivo al proattivo

     

Tuttavia, un approccio graduale e ben pianificato consente di ottenere ritorni tangibili già nel medio termine. Ecco alcune best practice che puoi implementare subito per passare ad una manutenzione predittiva:

  1. Partire con un pilota su un asset critico, poi estendere
  2. Stabilire soglie e KPI chiari (es. tasso falsi positivi, precisione predittiva)
  3. Aggiornare periodicamente modelli e soglie in base ai riscontri reali
  4. Integrare il sistema con ordine di lavoro, MES, moduli EAM
  5. Formare il personale interno e creare figure dedicate

Dalla predittiva alla strategia integrata

La manutenzione predittiva non sostituisce gli altri tipi di manutenzione, ma li completa in una strategia integrata.

Ogni impianto, infatti, presenta caratteristiche diverse: alcuni componenti richiedono manutenzione su condizione, altri programmata, altri ancora interventi correttivi o migliorativi.

L’obiettivo è costruire un mix di strategie basato sull’analisi dei dati e sull’effettivo comportamento degli asset. Inoltre, integrare la predittiva con altre metodologie come RCM (Reliability Centered Maintenance), FMEA (Failure Mode and Effects Analysis) e TPM (Total Productive Maintenance) consente di creare una strategia di manutenzione integrata e orientata all’affidabilità complessiva.

Un software di gestione manutenzione consente di gestire in modo centralizzato tutte queste logiche, collegando la parte operativa (gli ordini di lavoro) con la parte strategica (analisi, KPI e miglioramento continuo).

L’importanza del Maintenance Planning

Una corretta manutenzione predittiva richiede una pianificazione strutturata, gestita attraverso strumenti di maintenance planning.

Questo consente di definire priorità, risorse, competenze e materiali in anticipo, coordinando in modo fluido le attività di Operation & Maintenance, all’interno di un ecosistema digitale integrato, dove la pianificazione manutentiva dialoga anche con i processi di MRO — Maintenance, Repair and Operations — per garantire la disponibilità di ricambi e materiali tecnici in magazzino, evitando ritardi e fermi non pianificati.

L’evoluzione e il futuro della manutenzione predittiva

La prossima frontiera sarà la manutenzione prescrittiva, in cui l’AI non solo predice il guasto, ma suggerisce anche le azioni ottimali per evitarlo. Ma non solo: l’AI generativa e l’edge computing stanno trasformando il modo in cui le aziende raccolgono e utilizzano i dati sugli asset.

L’AI generativa consente di creare automaticamente report, analisi di rischio e raccomandazioni operative, anticipando i guasti con una precisione sempre maggiore.

Parallelamente, l’edge computing porta l’elaborazione vicino agli impianti, riducendo tempi di risposta e dipendenza dal cloud: i dati vengono analizzati in tempo reale, direttamente nel punto in cui vengono generati.

La combinazione di queste tecnologie prepara il terreno per la manutenzione prescrittiva, in cui i sistemi non solo prevedono un problema, ma suggeriscono e attivano l’azione correttiva ottimale in modo autonomo.

Esempi pratici di applicazioni della manutenzione predittiva

Nei settori industriali avanzati — come l’automotive, l’energia e la manifattura — la manutenzione predittiva è già realtà.

Sensori di vibrazione segnalano l’usura dei cuscinetti prima che si verifichi un guasto, mentre modelli di AI identificano pattern di comportamento anomali nei compressori o nelle turbine.

Queste informazioni consentono di intervenire esattamente al momento giusto, evitando fermi costosi e ottimizzando le risorse di manutenzione.

Ad esempio, un motore elettrico monitorato via IoT può segnalare un’anomalia nelle vibrazioni, prevedere un guasto e mandare un allarme qualche giorno prima: basandosi su queste informazioni si genera un ordine di lavoro e si interviene prima che il guasto impatti la produzione.

Recenti studi accademici propongono modelli di anomaly detection che operano anche “cold start” (senza dati storici) per contest adattivi in ambito IoT.

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FAQ Manutenzione Predittiva

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L
Come funziona il Machine Learning per la manutenzione predittiva?

Analizza i dati storici degli impianti per riconoscere pattern che anticipano i guasti, migliorando la precisione delle previsioni.

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L
Come funziona l’AI per la manutenzione predittiva?

Elabora grandi quantità di dati in tempo reale per individuare correlazioni e anomalie non visibili all’occhio umano.

K
L
Come usare Cloud e Digital Twin per la manutenzione predittiva?

l Cloud consente l’archiviazione e l’analisi scalabile dei dati, mentre il Digital Twin replica virtualmente gli asset per simulare comportamenti futuri.

K
L
Come posso implementare la manutenzione predittiva nel mio reparto?

Inizia con un’analisi degli asset critici, installa sensori, raccogli dati e integra un sistema CMMS o EAM per la gestione dei flussi manutentivi.

K
L
Quali sono i principali vantaggi della manutenzione predittiva rispetto a quella preventiva?

La predittiva, come tutti i tipi di manutenzione preventiva, riduce i costi e i fermi imprevisti, intervenendo solo quando i dati indicano un rischio concreto di guasto.

K
L
Come analizzare i dati raccolti per prevedere i guasti?

Attraverso algoritmi di Machine Learning che correlano parametri come vibrazioni, temperatura e corrente a eventi di guasto.

K
L
Quali software sono più efficaci per la manutenzione predittiva?

sistemi CMMS ed EAM che integrano moduli di analisi predittiva e interfacce con sensori IoT.

K
L
Quali sono le sfide principali nell’implementazione della manutenzione predittiva?

Oltre alla gestione dei dati e agli investimenti iniziali, la vera sfida è il set up del sistema: definire i parametri di riferimento, addestrare gli algoritmi e impostare i range corretti per ogni asset. Serve personale specializzato capace di interpretare i dati e “insegnare” all’AI o al sistema di Machine Learning a riconoscere anomalie reali, evitando falsi allarmi. Solo dopo questa fase di training la manutenzione predittiva diventa davvero affidabile ed efficace.

K
L
Quali sono le tendenze future nel campo della manutenzione predittiva?

L’integrazione con l’AI generativa, il Digital Twin e le piattaforme cloud collaborative.

K
L
Come la manutenzione predittiva può contribuire alla riduzione dei costi operativi?

Ottimizzando gli interventi e riducendo gli sprechi di tempo, energia e materiali.

K
L
Quali sono i passi fondamentali per una corretta implementazione?

Analisi, sensorizzazione, raccolta dati, analisi predittiva e pianificazione degli interventi.

K
L
Quali strumenti di monitoraggio sono più efficaci per la manutenzione predittiva?

Sensori IoT, piattaforme di analisi cloud e sistemi di AI integrati.

K
L
Come posso integrare i dati di sensori con i sistemi di gestione della manutenzione?

Attraverso API o interfacce dedicate che collegano le piattaforme IoT con il CMMS, l’EAM, il MES o addirittura l’ERP aziendale.

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